Tra ricorrenze religiose, tradizioni culinarie, maschere horror e oggetti liturgici la Festa dei morti è, attualmente, anche in Italia, uno dei ‘tormentoni’ dell’anno: attesissima oramai dai più piccoli, influenzati dai cartoon a stelle e strisce (‘Coco’ della Disney-Pixar e l’iconico ‘Nightmare Before Christmas’, del regista visionario Tim Burton, solo per citarne alcuni), amata dai grandi, che improvvisano per l’occasione travestimenti a tinte noir.
Dove nasce questa popolarità e perché nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre i bambini girano di casa in casa mascherati a domandar “dolcetto o scherzetto”?

Le origini
L’origine della ricorrenza è da ricercarsi nelle leggende celtiche e risale al VI secolo a.C. quando gli irlandesi – una volta sistemati i campi, nutriti i pascoli e ottimizzate le scorte per l’inverno – celebravano l’ingresso di Samhain (“summer’s end”, fine dell’estate), che cadeva appunto il 31 di ottobre: per loro, la vigilia di un nuovo ciclo e l’inizio di una fase tenebrosa e fredda, in pratica una sorta di Capodanno. Una forma primordiale di ‘scaramanzia’: quei pastori ricercavano, in quello che solitamente accade d’inverno, un’affinità tra la morte e l‘apparente silenzio che stava avvenendo in natura. Solo a una prima e superficiale lettura degli eventi, la vita sembra interrotta e ammutolita. La verità è che la stessa si sta semplicemente rinnovando sottoterra, quel ‘non luogo’ dei morti i cui spiriti – nell’attesissima fine dell’anno – venivano chiamati da Samhain per unirsi al mondo dei vivi.
Spettrale, no?
Da un lato, infatti, s’inscenava una complicità tra l’aldilà e la Terra (con l’obiettivo di esorcizzare la paura della morte), dall’altro si esplicitava il carattere dark della festa di Semhain: il tutto condito da fiaccole, maschere (magari le pelli degli animali sacrificati durante i riti) e la preparazione di pasti per le anime dei defunti.
Un rituale che ritorna anche oggi.

Il nome
A dirla tutta, il nome Halloween è legato alla festività di Ognissanti e deriva da ‘All Hallow’s Eve’, in lingua arcaica inglese ‘la vigilia di Ognissanti’.
I nuovi simboli
Da cerimonia religiosa a festa del terrore, il passo è stato breve: il tempo di una migrazione che ha portato gli irlandesi in America. Trapiantata qui, la ricorrenza ha assunto le tinte e le abitudini che tutti oggi conosciamo: costumi e addobbi per feste spaventose, ma con spirito divertente. Tra loro, la zucca (più reperibile della rapa che, inizialmente, era l’ortaggio della tradizione) che è diventata in breve tempo l’immagine della festa di Halloween.
Ma perché si usa intagliare il grosso guscio arancio? Anche questa è un’eredità folkloristica irlandese, legata a un tale di nome Stingy Jack (diventato poi Jack O’Lantern, è sua l’espressione “trick or treat”, che letteralmente vuol dire “sacrificio o maledizione”,) e a una pericolosa scommessa (persa!) con il diavolo che l’ha costretto a vagare – da morto – in solitudine perenne con la sola compagnia di un tizzone riposto in una zucca-lanterna con la quale terrorizza le case. Una leggenda che, ben presto, ha trovato terreno fertile anche in Europa. Oggi, alla fine di ottobre, in tutto il mondo si allestiscono competizioni di zucche scolpite, si organizzano party spettrali, si collezionano racconti misteriosi, si partecipa a tour in suggestivi ‘Pumpkin Patch’ e, persino, si pianificano avventure alla ricerca di leggende macabre con caccia a streghe, fantasmi, zombie e scheletri raccapriccianti. Ma con stile.

Tutto l’occorrente per una festa da paura
E chi decide di restare a casa? Può divertirsi ad addobbare le quattro mura con oggetti curiosi, stampe e accessori ad hoc, per rendere unica la location e la festa davvero indimenticabile.
Le idee sono tutte sul nostro sito di Martha’s Cottage, e sono a misura di grandi e piccoli brividi: rigorosamente terrificanti e preferibilmente di colore nero, esattamente come la notte più inquietante dell’anno.

Pronte per gli acquisti?
Che festa sarebbe senza palloncini (link palloncini)? Niente paura (è il caso di dirlo!). Dal catalogo e-commerce spuntano immagini e stili tra i più svariati: a forma di ragno, gatto, zucca, pipistrello e fantasma, trasparenti e persino fosforescenti. E poi, ghirlande, coriandoli, pignatte e ragnatele da far invidia al più spettrale dei Parchi divertimento: sembrerà di essere catapultati in un mondo parallelo. E per una cena da ‘urlo’? Piatti, bicchieri e tovaglioli in perfetto stile ‘Dia de los muertos’. (Potrebbe essere l’occasione per servire la famosa pumpkin pie). Se saranno nascosti dalle loro inquietanti maschere, chi saprà riconoscere i padroni di casa?
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SARA PACELLA
Sono pugliese, nata sotto il segno del Cancro, di un’indimenticabile annata: il 1982. Dopo gli studi (una laurea triennale in Lettere Moderne, una specialistica in Filologia Moderna, un Master di I livello in ‘Comunicazione e nuovi media’) ho esaudito il sogno di mio nonno materno: diventare giornalista. Sono pubblicista e ho lavorato per le emittenti televisive locali di Teleradioerre e Teleblu, conducendo trasmissioni e approfondimenti e curando, in particolare, le edizioni del tg delle 14. Sono una divoratrice seriale di friselle, french fries e sushi, colleziono profumi, impazzisco per i ristoranti sul mare, sono amante della montagna, con la passione per le Langhe (cioè adoro viaggiare). Curiosa, puntuale, sensibile e sognatrice. Il principe azzurro (con i capelli biondi, gli occhi verdi e una valigia di pazienza!) l’ho già trovato. E anche sposato.

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