Sappiamo bene che in Italia il Natale è una festa molto sentita: da nord a sud dello stivale, il nostro Paese è costellato di tradizioni, tramandate di generazione in generazione. Un periodo frenetico, è vero, ma siamo disposti a tanto per quella sua magia, capace di alleviare stress, malinconia e solitudine: l’albero, il presepe, la corsa ai regali e l’eterno dilemma a tavola… pandoro o panettone? L’atmosfera festosa non è solo dentro le nostre case, ma si respira anche per strada: gli addobbi, le luminarie, i party. Un mix di buonumore che rende ogni contesto più spumeggiante.
A caccia di tradizioni
Cosa unisce la punta più settentrionale d’Italia all’estrema costa del mezzogiorno? Il tempo che dedichiamo alla famiglia. L’albero di Natale, ad esempio, è una delle tradizioni più comuni nelle nostre case. Lo sapevate che, inizialmente, per decorarlo si usavano arance, frutta secca, biscotti alla cannella e candele? Negli anni questa usanza ha lasciato spazio ai fiocchi, alle luci, alle palline decorative e a oggetti natalizi di ogni genere. La tradizione vuole che il puntale (o l’angelo sulla cima dell’albero) debba essere messo dal membro più giovane della famiglia e che l’albero allestito fatto l’8 dicembre e dismesso il 6 gennaio.
E sempre secondo il folclore gli italiani hanno sempre prestato molta attenzione e cura dei dettagli al presepe, cioè la rappresentazione della nascita di Gesù a Betlemme: una realizzazione da rito con la capanna, le rappresentazioni di Giuseppe, Maria e il bambinello; tutt’attorno si cercava di ricreare quelle scene di vita comune che caratterizzavano la vita di quel periodo.
Quei dilemmi a tavola
E che dire del tormentone ‘pandoro o panettone’? Entrambi i dolci sono il simbolo del Natale a tavola: e, ricettari alla mano, possono essere farciti in mille modi e colori. Lo sapevate che ogni famiglia ne consuma almeno un paio sotto Natale? Il panettone – o ‘re dei lievitati’ – nasce a Milano e si pensa che provenga dall’espressione ‘Pan del Toni’, un Garzone di corte, che in vista del Natale aveva condito del pane con uvetta per servirlo a cena come dolce.
Il pandoro nasce, invece, nel Veneto, dove la parola oro viene data per il colorito dorato dato dalle uova.
Quindi risolviamo il dilemma: mangiamoli entrambi.
E nel resto del mondo?
Partiamo dall’America, che detiene un primato. La Statua della Libertà è considerata il regalo più grande del mondo: fu donata dai francesi proprio il giorno di Natale come simbolo d’amicizia tra i due popoli. Gli americani poi amano così tanto il periodo natalizio che non solo ogni anno si fanno promotori di una lunga serie di contest a tema, ma sono capaci di spendere per luci e decorazioni fino a 6 milioni di dollari.
Curiosità: a Washington esiste la città natalizia per eccellenza che si chiama Leavensworth. E’ abitata da circa 2000 persone e durate tutto il periodo natalizio si trasforma in un suggestivo borgo impreziosito da stand gastronomici, addobbi e cerimonie, diventando un vero e proprio museo del Natale a cielo aperto.
In Messico, c’è l’abitudine di acquistare la Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima): è una pianta che in quello Stato cresce come cespuglio e può raggiungere i 4 metri di altezza. Pare che nell’antichità venisse utilizzata per ricavare il pigmento rosso: gli Atzechi credevano che la tipica sfumatura porpora delle foglie fosse nata dalle gocce di sangue del cuore infranto di una dea che aveva sofferto per amore.
In Brasile si pensa che ‘Papi Noel’ (Babbo Natale) venga dalla Groenlandia pertanto si pensa che, una volta arrivato in terra carioca, a causa del forte caldo, egli possa indossare solo abiti in seta.
In Europa, invece, secondo alcune leggende – contemplate in Germania e in Austria – esiste il demone del Natale, alias il lato malvagio di San Nicola. Questo demone viene chiamato ‘Krampus’ e ha come compito quello di punire tutti i bambini cattivi. Il giorno di San Nicola (il 5 dicembre), in alcune città, persone mascherate girano per le strade con catenacci per ricordare a tutti i bambini di essere buoni e bravi.
In Repubblica Ceca la tradizione natalizia è importante per le donne single che sono invitate a posizionarsi di spalle davanti alla porta e a lanciare una scarpa all’indietro: se quest’ultima cade con la punta rivolta verso la porta vuol dire che entro l’anno le spasimanti troveranno l’amore.
A far divertire i più piccoli in Svezia è un Babbo Natale molto diverso da come la nostra cultura ci ha abituati: si chiama Tomte, è basso come un folletto e gira accompagnato da Yule, la sua capretta.
Un primato lo conquista anche la Polonia: se pensiamo che in Italia il pranzo di Natale sia particolarmente lungo, lì il momento del pasto il 25 dicembre prevede 12 portate, ovvero una per ogni apostolo.
In Norvegia, il giorno della vigilia, la tradizione vuole che si nascondano tutti gli oggetti per pulire casa, questo perché si pensa che durante la notte passino le streghe cattive a rubare tutte le scope nelle abitazioni.
Una curiosità davvero insolita proviene dalla Spagna dove uno dei simboli delle feste, il presepe, nasconde un personaggio davvero bizzarro: in Catalogna, in particolare, in mezzo ai vari pastori si mimetizza il ‘Caganer’, ovvero un pastore con i pantaloni calati che sta ‘facendo i suoi bisogni’. Gli spagnoli lo inseriscono nella scenografia perché considerato come un portafortuna.
Per restare in tema di scaramanzie, in Ucraina sono abituati a addobbare case e negozi con le ragnatele, perché ritenute di buon auspicio.
E nel Sol Levante quali sono le tradizioni sentite? In Giappone il Natale non è celebrato come dalle nostre parti: è considerato piuttosto come una sorta di San Valentino, durante il quale le coppie si scambiano i doni. E’ usanza in tutto il Paese cenare con una ‘abbuffata’ di pollo fritto, meglio se della catena KFC!
Restando in tema, sapete quali bontà gastronomiche, in sud Africa, deliziano le tavole di Natale? Gustosi piatti di insetti fritti!
Questa carrellata di curiosità ha contribuito a alimentare la voglia di Natale: io, come la maggior parte di voi, ho cominciato con le decorazioni in casa.
Non perdete le mie avventure su Instagram: vi mostrerò come ho utilizzato gli accessori che ho ordinato nei giorni scorsi sul sito di Martha’s Cottage.
Vi lascio con un’ultima domanda: qual è la vostra tradizione di Natale preferita?
Matteo Zannini
Chi sono? Beh, questa è una domanda a cui non è sempre facile rispondere al primo colpo. Cercherò di farvelo capire in poche righe: sono Matteo Zannini, ho 35 anni, sono un cittadino del mondo ma come base torno sempre alla mia Cingoli. Esteta, curioso, preciso e paziente. Ciò che amo molto è la moda, passione che mi porto dietro fin da bambino, il mondo fashion e tutto ciò che fa tendenza. I miei hobby sono legati alle tecnologie ai social e al volontariato, a cui dedico, con orgoglio molto tempo. Mi diplomo in ambito umanistico, ma la mia voglia di conoscenza non finisce qui. Frequento vari corsi finalizzati a acquisire varie competenze come barman, successivamente, corsi relativi al mondo vinicolo e alla ristorazione. Da qui nasce la mia passione verso il mondo Wedding, che approfondisco attraverso il corso di Event & Wedding Planner, organizzato dalla Confesercenti di Macerata e diretto da Stefano Pinto, con il quale poi inizio la mia collaborazione. Da qualche anno questo è diventato il mio mondo, non sempre facile ma con la giusta grinta e determinazione sto raggiungendo questo che è diventato il mio sogno.